ipotesi e fatti

di Fabio Smolari

Abstract

Il taijiquan è una della scuole di pugilato cinese più conosciute e sarebbe lecito immaginare che le notizie storiche a riguardo fossero sufficientemente corrette e attendibili. Accade invece che ancora oggi siano prese per fatti ipotesi deboli, non supportate da prove, o addirittura prive di attendibilità. In questo pezzo riassumerò brevemente alcuni quesiti popolari della storia del taijiquan, quali: Chen Wangting è il creatore del taijiquan? Il taijiquan è derivato dall’unione di medicina, arte marziale e daoyin? Quale fu il ruolo di Jiang Fa? Esiste un legame tra Taijiquan e Shaolin?

La facilità di reperimento di notizie su ogni argomento grazie alla rete, permette oggi una diffusione e una proliferazione delle stesse ma espone al rischio dell’effetto tamtam, cioè il rimbalzo senza analisi, verifica e filtraggio. E’ ciò che accade anche nella storia del taijiquan, che presenta alcuni dati assodati e verificati ma anche ipotesi che, per quanto non siano  mai passate al vaglio di una verifica, vengono comunque percepite e divulgate come fossero fatti.

Un contributo fondamentale alla storia del taijiquan fu dato dallo storico Tang Hao 唐豪(1896-1959) all’inizio degli anni ’30 del secolo scorso e dal suo allievo Gu Liuxin 顾留馨(1908-1991) nel secondo dopoguerra. Gu Liuxin, rivoluzionario, membro del Partito Comunista Cinese, si spese molto per la diffusione della disciplina nella Cina socialista ed è ricordato per aver insegnato nel 1957 al presidente del Vietnam Ho Chi Minh (1890-1969).

Nel suo testo Taijiquan janjiu 太极拳研究 (“Ricerche sul Taijiquan”), edito nel 1964, Gu Liuxin riprende gli studi di Tang Hao attribuendo a Chen Wangting 陈王廷 di Chenjiagou 陈家沟, vissuto tra la fine della dinastia Ming e l’inizio della dinastia Qing, la creazione del taijiquan. Ipotizza che Chen Wangting conoscesse il “pugilato lungo del Grande Antenato” Taizuchangquan 太祖长拳, tecnica illustrata nel Jixiao Xinshu 纪效新书 del generale Qi Jiguang 戚继光 (1528-1588) poiché delle 32 tecniche di Qi Jiguang, 15 nomi si ritrovano identici anche nelle sequenze del taijiquandi Chenjiagou ed altri mostrano assonanze.

Il pugilato di Qi Jiguang non era tuttavia uno stile organico bensì una selezione di tecniche fatta dal generale, o da suoi collaboratori, e inserita nel testo a mo’ di esempio. Suppore un collegamento tra scuole di pugilato sulla base del nome dei gesti, o anche del loro utilizzo, è un grosso azzardo. I nomi sono infatti spesso legati a un territorio e/o a un’epoca e circolano facilmente; stili differenti di uno stesso territorio – anche piuttosto esteso – presentano spesso nomi simili anche per gesti diversi. I nomi delle tecniche del Taizu changquan Qi Jiguang sono piuttosto diffusi nel mondo marziale in varie zone della Cina, in scuole probabilmente risalenti a quell’epoca o, più in generale, di uso comune.

Secondo altre ipotesi il taijiquansarebbe derivato da qualche stile di Shaolin少林 oppure con l’Hongdongtongbeiquan 洪洞通背拳. Sia i nomi che alcuni gesti di questi stili mostrano qualche vaga somiglianza con quelli del taijiquan, somiglianze non necessariamente più significative di quelle che potrebbero accomunare il taijiquan ad altre scuole. Hongdong 洪洞 è un distretto della ragione di Shanxi 山西, ultimo luogo di residenza dei Chen 陈 prima della loro migrazione nello Henei 河内 a fine del Trecento, inizio epoca Ming. Lo Henei – fascia a nord del Fiume Giallo della regione di Henan 河南 – era spopolato a causa delle guerre civili, ma anche Hondong e zone limitrofe erano state martoriate da eventi catastrofici, come il tremendo terremoto del 1303. Tali avvenimenti causarono continui spostamenti di popolazione, non è dunque detto che i Chen fossero originari di Hongdong. Con ciò non si possono escludere eventuali legami tra questi due pugilati e tra essi e la boxe del generale Qi Jiguang, ma non esistono ad oggi elementi sufficientemente solidi per provarne una parentela o una filiazione.

Dell’eventuale legame con Shaolin – nonostante la relativa vicinanza con Chenjiagou – non esiste né in letteratura, né nella memoria popolare dei maestri attuali di taiji alcun riferimento. Ciò non esclude che possa esserci stato, ma al momento tale ipotesi risulta debole e non superata da alcuna forma di prova.

L’ipotesi che Chen Wangting abbia inserito il daoyin tuna 导引吐纳 all’interno dell’esercizio marziale trae spunto da un verso di una sua poesia, nel quale egli rivela di aver quale compagno di vecchiaia il “Classico della Corte Gialla” (Huangting jing 黄庭经), un trattato di alchimia interna taoista. Gu Liuxin deduce da questo che Chen Wangting conoscesse le tecniche respiratorie taoiste e le avesse inserite nella sua pratica marziale creando così il taijiquan. Ciò escluderebbe dunque che altre arti marziali coeve avessero elementi  tecnici simili, ipotesi non suffragata e anche poco probabile dal momento che tecniche respiratorie e di induzione sono presenti perlomeno nello xinyiquan, stile antecedente al taijiquan e del quale i maestri di Chenjiagou possedevano un trattato.

Infine nemmeno l’idea che il taijiquan sia una sintesi di daoyin, arte marziale e medicina cinese trova fondati elementi storici o tecnici. L’accostamento della disciplina all’ambito salutistico o medico è chiaro frutto di un’esigenza sociale in un preciso momento storico. La società cinese di inizio ‘900 usciva da una serie di disastrose sconfitte militari e l’intero sistema militare tradizionale era entrato in crisi. Sull’arte marziale incombeva il rischio dell’oblio. L’ambito ginnico-salutistico offriva una speranza di sopravvivenza e molti maestri cavalcarono questa opportunità, in particolare i maestri di taijiquan. Quale miglior offerta di una disciplina che promettesse al tempo stesso autodifesa, salute e cura della malattie?

Parte di tali ambizioni era pure fondata, nel senso che l’esercizio fisico sicuramente offriva enormi benefici e il taijiquan in particolare mostrava ottime caratteristiche di adattabilità a queste nuove esigenze. Tutti i maestri di taijiquan si mossero in questa direzione e tutta la letteratura di settore del periodo repubblicano mostra lo sforzo di inquadrare la disciplina come frutto della cultura, della filosofia, dell’arte medica e marziale cinese, senza peraltro riuscire mai a spiegare in maniera convincente come il taijiquanpossa prevenire o curare quali disturbi e in base a quale principio, se non ad un principio molto generale di migliorata circolazione energetica, cosa di per sé sufficiente a giustificarne l’apprendimento e la pratica ma non certo a provare un’origine medica.

In sintesi, allo stato attuale delle ricerche, la figura storica più antica accostabile al taijiquan è sicuramente Chen Wangting della famiglia Chen di Chenjagou, per quanto non esistano documenti comprovanti una sua vera e propria “creazione” dello stile. Vi è però anche un altro personaggio a fianco di Chen Wangting, si tratta di Jiang Fa 将发, figura sulla quale s’è scatenato negli anni un ampio dibattito. Considerato alternativamente aiutante, assistente, compagno, allievo o addirittura maestro di Chen Wangting, un popolare racconto lo vorrebbe luogotenente del capo-ribelle Li Jiyu 李际遇. Li Jiyu fu un personaggio realmente esistito che scatenò una grande rivolta nell’area di Dengfeng 登封, distretto di Shaolin nel 1638. Successivamente la ribellione si allargò ad ampie porzioni dello Henan, includendo l’ex-capitale Luoyang 洛阳. Li Jiyu stabilì la sua roccaforte sul monte Song, ove sorge il monastero di Shaolin, ma nel 1647 fu sconfitto e giustiziato. Secondo alcune versioni Li Jiyu e Chen Wangting sarebbero stati amici, secondo altre avversari. Alcuni episodi della biografia di Li Jiyu corrispondono curiosamente a quelli narrati su Chen Wangting. Jiang Fa è descritto come un guerriero dalla sopraffina abilità marziale e in appendice al testo di Chen Xin (1936) una canzone sul taijiquan è attribuita al maestro Jiang Fa dello Shanxi.

Attualmente non v’è modo di stabilire con chiarezza i ruoli di Jiang Fa e Chen Wangting, né se i due personaggi si siano davvero incontrati e frequentati, ma si può supporre, dai documenti sopra citati, che abbiano avuto un ruolo nella trasmissione e/o nell’elaborazione del taijiquan.

Qualcuno s’è chiesto se l’arte marziale antica dei Chen fosse taijiquan o altro? Difficile dirlo con certezza, ma l’assenza di indicazioni da parte delle generazioni successive sull’importazione o la modifica del sistema di famiglia, porta a ritenere che fosse sempre la stessa, quindi proprio il taijiquan, un’opinione sinora largamente condivisa. La condivisione di nomi di movimenti e anche tecniche e applicazioni con altri pugilati diversi, in zone limitrofe o non troppo distanti, non desta alcuna meraviglia. L’arte marziale era riservata ma non chiusa, gli scambi avvenivano, ed alcune tecniche, applicazioni e principi, sono universalmente conosciuti, con o senza varianti, in sistemi anche tra loro diversi.

In sintesi si può affermare che il taijiquan:

  1. Nasce come un’arte marziale ad uso di specialisti del mestiere (militari, guardie del corpo, scorte valori).
  2. L’interpretazione salutistica– o medica – si afferma tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecentoper esigenze sociali, per quanto le arti marziali siano da sempre, nella cultura cinese, anche un mezzo per la salute e la longevità e pertanto non si tratta di un’interpretazione rivoluzionaria.
  3. Le sue origini sono riconducili al sistema pugilistico della famiglia Chen di Chenjiagou, Wenxian, Henan, che potrebbe aver ideato il sistema o averlo semplicemente rielaborato da precedenti esperienze. Lo stile presenta elementi che lo legano alla realtà pugilistica di fine epoca Ming;
  4. le prime figure storiche associate al sistema sono Chen Wangting e Jiang Fa, il primo un militare, il secondo un marzialista o un militare a sua volta, vissuti probabilmente tra la fine dei Ming e l’inizio dei Qing;
  5. Il sistema presenta elementi che lo collegano ad altri pugilati dell’area tra Henan e Shanxi;
  6. presenta elementi di originalità che lo distinguono da questi altri pugilati per una particolare predilezione per la tecnica di lotta (anche nelle cronache di Chen Wanting è citato uno scontro di lotta tra lo stesso Wangting e giovani lottatori dello Shanxi)
  7. l’elemento di maggior originalità del sistema non sta tanto negli esercizi respiratori e di induzione, che non sono esclusivi del taijiquan, quanto probabilmente nei principi gangrou xiangji, yirou zhigang, houfa zhiren, nemmen questi tuttavia esclusivi del taijiquan ma presenti in arti marziali di tarda epoca Ming;
  8. alla luce dei principi cardine sopra esposti l’inclusione del taijiquan nella categoria della Scuole Interne avviene a pieno titolo.